giovedì 7 luglio 2011

BERTI MAURO ELETTRAUTO FIRENZE. -UNA VETTURETTA FIAT 508 BALILLA IN OFFICINA: LA GIOIA DI METTERE LE MANI SU DI UN PRODOTTO ANCORA FABBRICATO DIRETTAMENTE DALL'UOMO E NON DAI ROBOT.



La 508 vide la luce nella primavera del 1933 e si impose immediatamente come vettura agile, con un ottimo rapporto costo-spesa manutenzione- prestazioni- rifiniture tanto che fu universalmente riconosciuta come uno dei cardini della storia della Casa torinese.
Il pubblico l'accolse con entusiasmo ed amore e ne adottò il secondo nome "Balilla".

Divenne immediatamente la macchina per antonomasia nell'immaginario collettivo dell'epoca e di oggi tanto che ovunque si voglia parlare di auto d'epoca i non addetti ai lavori affibbiano ad ogni modello, tipo, e marca il nome di "Balilla".

La prima serie aveva un cambio a 3 marce + RM (tanto che è stata chiamata comunemente Balilla tre marce), quattro comodi posti, due ampie porte, due ruote di scorta sui parafanghi, vetri discendenti alle portiere.

Il motore, il nuovo mod 108, (farà anch'esso lunga strada!) aveva 995 cc ed erogava 20 CV (anche 24 o 26/28 nella versione spinta).

La vettura era estremamente contenuta pur senza sacrificare l'abitabilità avendo un passo di 2250 mm, ruote a disco con pneumatici 4.00.17, aveva una velocità di punta di 80/85 Km/h e costava solamente 10.800 lire (berlina). Ne furono costruiti 41396 esemplari.

Furono allestite carrozzerie berlina, torpedo e spyder. Fu fatta anche una serie "lusso" che comprendeva coppe coprimozzo, fasce copriruote e paraurti, il tutto cromato, nonchè tendine retrattili e ruote con raggi tangenti tipo America .

Fu così che nel 1934 nacque la 508 Balilla (ormai il nome era inscindibile) 4 marce.

Le differenze furono notevoli: la carrozzeria divenne interamente metallica senza telai in legno, ebbe indifferentemente due o quattro porte, le linee si addolcirono ed il baule incorporato posteriormente (a cui venivano attaccate le ruote di scorta esterne) conferì slancio ed eleganza, i fari divennero più rotondi con vetri convessi, il radiatore a nido d'ape fu coperto da una mascherina cromata con listellatura in tinta, il motore di base aveva una potenza di 24 CV, le ruote sempre a disco metallico pieno montavano gomme 4.00x17.

Tuttavia per migliore il confort di marcia la fabbrica di pneumatici francese Michelin studiò una gomma della misura 135x400 (cerco quasi 16 pollici) detta balloon che oltre che abbassare il baricentro conferivano un assetto ottico migliore. Per incentivizzare la vendita dei suoi nuovi pneumatici la Michelin regalava i cerchi.

La Balilla quattro marce ebbe tutta la gamma di carozzerie, anche se la tendenza ad abbandonare ormai la versione torpedo portò a produrre pochi esemplari di questo modello.
(testo da wikipedia)






Motore: 4 cilindri in linea di 995 cc
Rapporto di compressione: 5,8 : 1
Potenza: 20 cv a 3400 giri/min
Distribuzione: a valvole laterali
Alimentazione: un carburatore Solex mono corpo
Trasmissione: trazione posteriore, cambio non sincronizzato a 3 o a 4 marce
Carrozzeria: telaio in acciaio, 2 porte, 4 posti
Sospensioni: ant. e post. ad assale rigido, con balestre semiellittiche
Freni: idraulici sulle 4 ruote
Pneumatici: 4,00 x 17
Capacità serbatoio: 26 l
Velocità massima: 80 km

1 commento:

  1. Cliente Firenze30 marzo, 2017

    Il grande "Maurino" e le auto storiche.

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